interConnessioni 2019
INTERCONNESSIONI 2019
progetto di residenza artisti nel territorio
Direzione artistica
Simonetta Pusceddu
(Ai sensi dell’Intesa Stato/Regioni sancita il 21.9.2017 e in attuazione dell’articolo 43 (Residenze) del D.M. 27.7.2017)
con il sostegno di Regione Sardegna, MIBAC - Ministero per i beni e le Attività Culturali, Soprintendenza Archeologica, belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Cagliari e le Province di Oristano e Sud Sardegna, Comune di Settimo S. Pietro, Arca del Tempo/Settimo San Pietro, Associazione Turistica Pro Loco/Comune Settimo San Pietro, Cooperativa Specus, Comune di Selargius, Cooperativa Bios/Comune di Sinnai.
In accordo con Zerogrammi/Torino e Twain/Roma a garanzia della mobilità interregionale e la permanenza presso Residenze, in attuazione dell’articolo 43 “Residenze” del D.M. 27 luglio 2017 n.332, per il triennio 2018 – 2020.
In co organizzazione con CeDAC Sardegna.
“Interconnessioni”, il progetto di residenza curato da Simonetta Pusceddu (Tersicorea) in tandem con il Comune di Settimo San Pietro. Giunto al suo secondo anno di attività il programma ritorna ad animare la cittadina di “Septimo ab urbe lapide” con un calendario fitto di residenze artistiche, laboratori e spettacoli dal vivo. Danza, animazione, arte circense, teatro fisico, musica, proiezione del docufilm e mostra fotografica sul progetto. E ancora degustazioni, esposizioni, proiezioni, laboratori, residenze di ricerca coreografica, con artisti e danzatori provenienti dalla Spagna, dalla Germania, dalla Francia, dalla penisola e da diverse parti della Sardegna, in perfetta simbiosi tra arte, memoria dei luoghi e tradizione. Saranno protagonisti di una serie di iniziative con il coinvolgimento della cittadinanza. Un cantiere creativo a cielo aperto, tra i luoghi storici e incantevoli del territorio (Casa Dessy, Cuccuru Nuraxi e il complesso archeologico, Arca del tempo, Domus de Janas S’Acqua ‘e is dolus, i vicoli e le piazze del paese) volto alla valorizzazione del territorio in cui prendono vita gli spettacoli e le restituzioni pubbliche.
• Dall'11 al 12 luglio 2019 . Casa Dessy ore 21.00, “Storie da Vinci” Spettacolo di animazione con musiche dal vivoLettura teatrale delle Favole di Leonardo da Vinci di Donatella PauCompagnia Is Mascareddas Interpretazione e animazione a vista Donatella Pau, Musiche dal vivo Silvia Corda, Oggetti e animali Donatella Pau,Tonino Murru, Mimmo Ferrari
• Il 24 luglio . Casa Dessy ore 21.00, lo spettacolo di danza “Coma” della Compagnia Spagnola di e con Diego Sinniger e il suo collettivo di danzatori: Kiko Lopez, Shaquille George, Helena Canas, Fanny Laї. Un progetto che indaga la relazione tra il corpo umano e l’elemento “Aria”, non solo nella sua relazione fisica, ma anche nella sua dimensione psicologica ed emotiva. L’indagine fisica del corpo e del movimento che fonda le sue basi in un team di straordinari interpreti con una forte conoscenza della qualità tecniche del waving (proveniente dalla danza funk e hip hop), della breakdance, della house-dance, del tai-chi e delle discipline delle aree circensi.
• Il 26 luglio . Casa Dessy ore 21.00, spazio alla musica con il "Concerto di musica popolare" del Quartetto Andhira, con Luca Nulchis (pianoforte, armonium, voce), Elena Nulchis (voce e armonium), Egidiana Carta (voce e flauto), Elisa Zedda (voce) e il coro di Sinnai. Slegato dai confini di un genere musicale specifico, il loro repertorio si sviluppa su un ricco territorio sonoro dalle svariate forme e colori, passando per le tradizioni classiche e popolari, tra richiami alla Sardegna e ai confini mediterranei, ed evocazioni di affascinanti storie e ambientazioni, reali o immaginarie.
• il 30 luglio . Casa Dessy ore 21.30, "Funtaneris/ Sulle strade dell'acqua", un viaggio tra architetture e paesaggi.
Regia di Massimo Gasole. Film-documentario prodotto dalla «Associazione Storia della Città» Produttore esecutivo Illador Films da una ricerca di Marco Cadinu (Università di Cagliari).
Le architetture dell’acqua, fontane, lavatoi e acquedotti, progettate nei secoli, raccontano le fasi di nascita e l’evoluzione delle città, dei paesi e dei paesaggi.
Sulla base delle ricerche coordinate da Marco Cadinu, già edite in open access e svolte nel 2012-2015 dal Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Architettura dell’Università di Cagliari (con l’Università di Sassari, Politecnico di Torino, Università della Tuscia e alcuni membri dell’Associazione Storia della Città) è emerso un patrimonio costituito da circa cinquecento fontane storiche, lavatoi, acquedotti e opere d’arte; monumenti diffusi nel territorio, nelle città e nei piccoli centri della Sardegna che disegnano una inedita geografia dell’acqua e delle sue secolari tradizioni.
Raccontare la bellezza dei luoghi, l’antica affezione delle comunità verso la risorsa acqua, l’espressione artistica legata all’acqua, quindi diffonderne i valori e il loro recupero, costituiscono l’obiettivo dell’opera. La costruzione della sceneggiatura e del messaggio che il film-documentario veicola sono stati progettati per unire ad una profondità di concetti e significati la massima cordialità comunicativa, per una Storia Pubblica dell’Architettura.
• Il 3 agosto nella cornice incantevole del complesso archeologico di Cuccuru Nuraxi con il suo antico tempio sotterraneo dedicato al culto dell’acqua, chiuderà questa prima fase di “Interconnessioni 2019” lo spettacolo di danza “Elegia delle cose perdute” della Compagnia Zerogrammi (Torino) con la regia e la coreografia di Stefano Mazzotta, coreografo e danzatore, socio e fondatore della compagnia torinese tra gli organismi di produzione della danza più apprezzati in Italia e all’estero e colonna portante della rete internazionale no-profit Med’Arte che riunisce diverse compagnie del territorio nazionale, internazionale ed extra EU tra le quali anche Tersicorea per avviare la collaborazione tra queste e la mobilità degli artisti. La creazione, attualmente in corso di sviluppo all’interno del progetto di residenza artistica a Settimo San Pietro, liberamente ispirata al romanzo “I poveri” dello scrittore portoghese Raul Brandao, è il frutto di una ricerca coreografica intorno al tema dell’”esilio” con un particolare interesse alla sua dimensione filosofica e poetica. Esilio come insanabile frattura scavata tra un essere umano e un luogo natio, tra il sé e la sua vera casa. Un tema non estraneo all’attuale situazione politica e sociale in cui viviamo con il suo irrompere violento e quotidiano nelle nostre vite. “Viviamo questo nuovo millennio in un clima di crescente migrazione e di presenze di modi, culture e credi diversi dove i flussi migratori non sono più considerabili un fenomeno transitorio bensì una dimensione pressoché strutturale della nostra società in continuo mutamento”, spiega Mazzotta. A cura della Compagnia ZEROGRAMMI, regia e coreografia Stefano Mazzotta, collaborazione all’allestimento e drammaturgia Anthony Mathieu. Interpreti Lucrezia Maimone, Amina Amici, Miriam Cinieri, Damien Camunez, Manuel Martin, Gabriel Beddoes, Simone Zambelli, Alessio Rundeddu con la partecipazione di Loredana Parrella, Sara Angius e Elena Ledda.
PRODUZIONE ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO FILMICO_ ELEGIA DELLE COSE PERDUTE_
La ricerca su linguaggi pluridisciplinari immersi in quelle che sono le peculiarità identitarie della Sardegna, durante la residenza Interconnessioni nell'annualità 2019 si è incentrato nell’approfondimento e interconnessioni della tematica dell’identità e dell’esilio. Il percorso di residenza artistica ha condotto alla costruzione di un’opera FILMICA attraverso l’incontro con geografie e culture differenti e costituisce lo strumento precipuo di sviluppo della drammaturgia e del percorso di tutti gli artisti coinvolti. Il sentimento del viaggio e della scoperta che è alla base del nomadismo creativo operato attraverso le residenze artistiche alimenta uno spazio di scambio e costruisce un ponte con i territori in grado di suggerire un'idea dinamica e partecipativa di sviluppo culturale e artistico. Il progetto coreografico Elegìa delle cose perdute si ispira a un corollario di letture di matrice prevalentemente esistenzialista e introspettiva, tra le quali emerge in particolare il romanzo I Poveri dello scrittore e storico portoghese Raul Brandao.
Il paesaggio evocato da questo riferimento letterario, in bilico tra crudo, aspro, onirico e illusorio, ha la forma della nostalgia, della tedesca Sehnsucht, della memoria come materia che determina la traccia delle nostre radici e identità e, al contempo, la separazione da esse e il sentimento di esilio morale che ne scaturisce: sogno di ritorni impossibili, rabbia di fronte al tempo che annienta, commiato da ciò che è perduto e che ha scandito la mappa del nostro viaggio interiore.
Nell’indagine intorno al topos dell’esilio, il nostro desiderio è esplorare, oltre il suo significato geografico, la condizione morale che riguardi chiunque possa sentirsi estraneo al mondo in cui vive, collocandolo in uno stato di sospensione tra passato e futuro, speranza e nostalgia. Il desiderio che questa condizione reca in sé non è tanto il desiderio di un'eternità immobile quanto di genesi sempre nuove e di un luogo che resta, un luogo dove essa si anima di una rinascita che è materia viva, e aiuta a resistere, a durare, a cambiare, un luogo dove si può andare senza mai arrivare, continuamente, all’infinito.